La mia intenzione era di restarmene a lavorare a Milano, dopo la pausa estiva, perchè la città riprende il suo ciclo vitale e diventa elettrica, piena di voglia di fare. Mi piace quest’aria intrisa di semprevive possibilità, di idee che si concretizzano, come non si respira in nessun’altra parte d’Italia. Mi ha fatto sempre sentire nel posto giusto al momento giusto, accorciando tempi e costi dei progetti da realizzare; il prossimo step era Basilea e l’incontro con un cliente, subito dopo Amburgo. Ero ormai proiettato negli obiettivi da raggiungere e mi sentivo carico, concentrato al massimo nelle mie cose da fare e da dire, con zero possibilità di insuccesso.
Quando , improvvisamente, la telefonata di Tonina dalle Marche proruppe a gamba tesa nella mia traiettoria: – Dottò è un successu un magillo chi. E’ un lago de Castrecciò .-
Qualche volta facevo fatica a comprenderla e allora dovevo resettare tutto e ricominciare daccapo, ritornare fra quelle terre, ritornare a respirare tra le colline anche solo attraverso le parole, e tutto si rischiarava.
– Dal bagnetto dottò, lo scarico della doccia, viè tutt’acqua che ppuzza è rrivada fino in cucina, forrtuna che so rrivada io sennò doveva buttà tutti li tappeti.-
– Si è rovinato qualcosa?- non sapevo se ridere o incazzarmi.
– No dottò al salone non gi sta nende… ma domà madina se sarebbe insapado tutto inten brodo.-
– Calma calma Tonina – dissi nel mio secco tono milanese – adesso chiamo Luigi, lei stia li.-
– Gigi? Ma l’ho chiamado già io dottò, che stò a perde tempo? M’ha detto che vene subbido.Eccolo và è rrivado. – si sentiva il rumore di un’auto che grattava la ghiaia. – passamelo per favore – ho chiesto a Tonina – Luigi che è successo?-
– Non lo so Giorgio, sò arrivato adesso, vedo tanta acqua nel corridoio, adesso vado a vedere. Poi ti chiamo.-
– Dottò mò vene anche Gianni a damme na mà a tirà su l’acqua sennò me metto jo colca stroliga stasera… dottò… n’è che chi ce stà lì fantasmi nte sta casa no? Certe volte me pare tanta strana…-
– Ma quali fantasmi Antonia – avevo infine sbottato – mi stia calma per piacere….-
Non so perchè ma decido di andare a vedere, anche se non era nei miei piani. Farmi quattro ore di strada per arrivare nelle Marche e cancellare tutti gli impegni era da pazzi, ma sentivo montarmi una strana inquietudine, inedita per il mio carattere in questi frangenti, in fondo Luigi e Tonina si sarebbero potuti occupare tranquillamente di tutto senza necessità della mia presenza. Non era niente di tragico, niente di niente. Eppure ero già in auto, senza nemmeno passare da casa per prendere due cose. Forse temevo un ripensamento da parte mia e così, prima che il mio lato razionale prendesse di nuovo il sopravvento e che tutto rientrasse nella norma, ero già al casello dell’A1.