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Le Marche, con il loro pittoresco paesaggio collinare che si affaccia sul mare, rappresentano un territorio ideale per la coltivazione di alcune particolari varietà di uva da vino, tra cui appunto il Bianchello del Metauro.
Il vitigno Bianchello del Metauro, o Biancame, è caratterizzato da un acino dal colore scarico ed è tipico della zona più a nord delle Marche, in provincia di Pesaro e Urbino, coinvolgendo l’intera vallata, da Fano fino ad Urbania, passando per Pergola e Fossombrone.
Il Bianchello del Metauro ha origini remote, si stima infatti che la produzione fosse già attiva nel 500 a.C. mentre le prime testimonianze scritte ci arrivano da Tacito, uno degli storici più grandi dell’antichità. Il legame tra la storia romana e il territorio marchigiano è profondissimo. Nella provincia di Pesaro e Urbino i segni della dominazione di Roma sono ancora visibili: archi, mura, pavimentazioni e vie sono perfettamente inseriti nella nostra quotidianità, ricordandoci ogni giorno qual è stato il nostro passato.
Non solo architettura e viabilità: i romani hanno istituito delle tradizioni, come le Ferie di Augusto (l’origine pagana di quello che oggi chiamiamo Ferragosto) che resistono, seppur in forma rivisitata, moderna e/o religiosa, tutt’ora. Anche cibo e vino hanno fatto la loro parte per contribuire al legame tra antico e moderno e, proprio nel racconto di Tacito, guerra e vino si incontrano e si scontrano.
Il vitigno Bianchello del Metauro, o Biancame, è caratterizzato da un acino dal colore scarico ed è tipico della zona più a nord delle Marche, in provincia di Pesaro e Urbino, coinvolgendo l’intera vallata, da Fano fino ad Urbania, passando per Pergola e Fossombrone.
Il Bianchello del Metauro ha origini remote, si stima infatti che la produzione fosse già attiva nel 500 a.C. mentre le prime testimonianze scritte ci arrivano da Tacito, uno degli storici più grandi dell’antichità. Il legame tra la storia romana e il territorio marchigiano è profondissimo. Nella provincia di Pesaro e Urbino i segni della dominazione di Roma sono ancora visibili: archi, mura, pavimentazioni e vie sono perfettamente inseriti nella nostra quotidianità, ricordandoci ogni giorno qual è stato il nostro passato.
Non solo architettura e viabilità: i romani hanno istituito delle tradizioni, come le Ferie di Augusto (l’origine pagana di quello che oggi chiamiamo Ferragosto) che resistono, seppur in forma rivisitata, moderna e/o religiosa, tutt’ora. Anche cibo e vino hanno fatto la loro parte per contribuire al legame tra antico e moderno e, proprio nel racconto di Tacito, guerra e vino si incontrano e si scontrano.
Il biancame o bianchello è un’uva bianca caratteristica delle Marche settentrionali, dove è coltivata nella zona dell’alveo del fiume Metauro.
Bianchello del Metauro dal colore giallo paglierino, odore delicato, sapore secco, fresco, armonico.
Tacito raccontò nei suoi scritti di come Asdrubale, fratello di Annibale, perse la battaglia del Metauro in parte per colpa di questo vino chiamato “Bianchello”. La battaglia, inserita tra gli scontri decisivi della II Guerra Punica, fu combattuta nel 207 a.C. proprio nei pressi del fiume Metauro. Asdrubale stava tentando di condurre i cartaginesi a Roma, per aiutare suo fratello nell’assedio, ma venne fermato dai romani. Nonostante gli elefanti spagnoli e l’esercito dei Galli al seguito, Asdrubale – probabilmente in inferiorità numerica- perse la battaglia, complici anche i bagordi del giorno prima.
Il tempo è passato e comunque il Bianchello è rimasto uno dei vini secchi distintivi delle Marche, con il suo profumo fruttato e delicato di pesche bianche e il colore giallo paglierino, quasi cristallino. Non solo, questo tipo di vino dalla gradazione non troppo elevata sposa in tutto e per tutto le caratteristiche del territorio nel quale viene prodotto, risultando perfetto nell’accompagnamento di molluschi, crostacei e delicati piatti di pesce, nonché di risi e paste.
Il Bianchello del Metauro DOC ha poi dato vita alle varianti Superiore – più strutturato e sapido -, Spumante – frizzante e con toni agrumati più decisi – e Passito, derivato dalla disidratazione degli acini d’uva e caratterizzato dal sapore di miele e albicocche secche.
È amato da molti, sia marchigiani che turisti, per la sua semplicità e freschezza. Così diffuso su tutto il territorio, sappiamo ora che questo vino non solo vanta una lunga e consolidata storia, bensì anche un ruolo fondamentale nelle sorti dell’esercito cartaginese e dei romani stessi.
The Region Marche – with its picturesque hilly lanscape overlooking the Adriatic sea – represent an ideal area for the cultivation of some particular wine grapes, such as Bianchello del Metauro.
The vine variety of grapes named Bianchello del Metauro, or Biancame, is distinguished by its pale color and is typical of the northern part of the region Marche, in the Province of Pesaro Urbino, the whole valley from the city of Fano up to Urbania, in-between the towns of Pergola and Fossombrone.
Bianchello del Metauro has ancient origins, its production dates back to 500 Before Christ, while first documents come from writings of famous Roman historian Tacitus. There is a deep connection between Roman history and the area of the region Marche. There are several proofs of Roman domination on the area of the Province of Pesaro Urbino: archs, walls, paving and streets have been absorbed by our contemporary everyday life, so that we can remember our past.
Not only architecture and roads: Romans had traditions, like for instance the Holidays of Emperor Augustus (“Feriae Augusti”, the pagan origin of our contemporary “Ferragosto”, i.e. Italian Public Holiday celebrated on 15 August) that remains, though it is updated in a modern and/or religious way, and indeed in Tacitus’ reports war and wine bump into each other.
The vine variety of grapes named Bianchello del Metauro, or Biancame, is distinguished by its pale color and is typical of the northern part of the region Marche, in the Province of Pesaro Urbino, the whole valley from the city of Fano up to Urbania, in-between the towns of Pergola and Fossombrone.
Bianchello del Metauro has ancient origins, its production dates back to 500 Before Christ, while first documents come from writings of famous Roman historian Tacitus. There is a deep connection between Roman history and the area of the region Marche. There are several proofs of Roman domination on the area of the Province of Pesaro Urbino: archs, walls, paving and streets have been absorbed by our contemporary everyday life, so that we can remember our past.
Not only architecture and roads: Romans had traditions, like for instance the Holidays of Emperor Augustus (“Feriae Augusti”, the pagan origin of our contemporary “Ferragosto”, i.e. Italian Public Holiday celebrated on 15 August) that remains, though it is updated in a modern and/or religious way, and indeed in Tacitus’ reports war and wine bump into each other.
Biancame or Bianchello is a white grape variety typical of the northern part of the region Marche, where it is cultivated in the area of the river Metaurus.
Bianchello del Metauro, with ist pale yeallow, delicate aroma, dry fresh and round taste.
Tacitus tells that Hasdrubal, Hannibal’s brother, lost the Battle of Mataurus because of the wine named “Bianchello”. The battle took place in the area of the river Metaurus in 207 Before Christ, during the Second Punic War. Hasdrubal wanted the Carthaginians to reach Rome, to help his brother during the siege, but he failed and was stopped by Roman army. Instead of Spanish elephants and the supporting Gallic army, Hasdrubal – probably outnumbered – lost the battle, also due to the previous day partying with wine.
Time has gone but Bianchello del Metauro remains today one of the typical dry wines in the region Marche, with its fruity and delicate aroma and its pale and almost crystal yellow. The wine is not particularly strong in alcool and truly represents the features of its production area, perfect in its flavor for shellfish, crustacean and delicate fish dishes, but also of pasta and risotto.
Bianchello del Metauro DOC (Denominazione di Orgine Controllata) includes also its “Superiore” variety which is more structured and sapid, “Spumante” with its sparkles and citrusy taste, and “Passito” derived from dehydration of grapes with its honey and dry apricot tastes.
Many tourists and local people appreciate this wine for its fresh and simple taste. It is spread over the area, we know it keeps a long and happy history, but also it had a key role during the war between Roman and Carthaginian armies.