Sto vagando per la campagna marchigiana e avverto un senso di smarrimento non dovuto. Conosco i luoghi a menadito, potrei girarli ad occhi chiusi, ma il caldo e l’ afa mi rendono nervosa e in più non ho mai visto i campi così gialli. In genere ci sono gli acquazzoni di mezz’estate a regolare e rinvigorire i toni, ricordo in passato questi semi diluvi improvvisi e improvvidi mentre la strada sembrava diventare un canale di Venezia. Quest’anno si, le piogge non sono mancate, solo qualche giorno fa, una domenica mattina mentre andavo in Chiesa, mi piace andare in Chiesa la mattina presto, avverto più il senso del sacro, era venuto giù il finimondo: alberi divelti, cartelloni volati, auto bozzate e poi in meno di un’ora, era salito il sole e scesa la nebbia, calato il vento, alzata la temperatura. Non sapevo dove andare. Nel mio amato mare? Chissà se si era fatto mosso… Cosa avrei fatto dato che avevo del tempo libero e non mi sarei certo messa a lavorare per fargli piacere a questo meteo bislacco, incapace di prendere una posizione netta. Era luglio Dio santo, e ancora non sapeva fare il suo dovere!
Avrei potuto leggere, come faccio sempre, il libro non manca mai nella mia giornata variegata, ma poi avevo virato per la costa. Non era stata una buona idea, il mare era agitato e non restava che ammirarlo da lontano, mentre stormi di gabbiani tentavano di procurarsi il cibo volteggiando attorno alle onde.
Ecco come vedete sto vagando, sono in campagna e penso al mare e quando sono al mare penso alla campagna. Noi delle Marche siamo fatti così: l’uno non esclude mai l’altro. Buon ferragosto a tutti, semmai non ci sentissimo prima.
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