le mie Marche

{:it}La strada che portava Urbino{:}{:en}The road leading to Urbino {:}

Paesaggi e Architettura

{:it}C’era una volta una strada ferrata  che portava a Urbino……. Ovvero la  ferrovia  che,  partendo  dalla costa  arrivava nella città ducale  e ritorno,  48 km da percorrere alla “elettrizzante” velocità di   60 km orari.  La mattina  presto il treno attendeva   sbuffante e nervoso alla stazione di Fano i passeggeri del superveloce Milano Lecce che spesso arrivava in ritardo, si lasciava la carrozza superaffollata correndo per non perdere la coincidenza e quando entravi nell’altro convoglio le fredde panche in legno e il vago odore di disinfettante ti accoglieva spartanamente, le persone si accomodavano in fretta, giusto il tempo per sentire il controllore fischiare e serrare le porte. Il treno partiva e cominciava il viaggio nel tempo, con la flemma tipica del mondo rurale, nella campagna  dove lentamente ci si inoltrava: dai campi arati della pianura costeggiando il Metauro a tratti fino ad entrare nel territorio pieno di boschi e alte colline tipiche del ducato del Montefeltro.

Nell’era in cui ancora non esistevano i cellulari, sapevi che quel tempo lo avresti utilizzato per molte cose: ammirare semplicemente la bellezza del paesaggio, ed era uno spettacolo davvero stupendo, leggere o conversare con il tuo dirimpettaio, che spesso era uno studente o un professore, lo riconoscevi dalla  cartella piena di libri o appunti, alcuni   studenti in odor di esame  ne approfittavano per ripassare la lezione o ricordarsi gli argomenti più salienti, c’era poi sempre, non so perché,   qualche donna che sferruzzava all’uncinetto.    L’inverno era il periodo più emozionante, lasciavi la costa immersa nella pioggia e poi salendo ti capitava di incontrare la neve. E a Urbino c’era  spesso. Era così fredda in inverno che il treno rappresentava il mezzo migliore per arrivarci, che non conosceva soste.
Il percorso più emozionante, quello che tutti ricordano con grande nostalgia- l’ultima corsa si è effettuata nel 1987 – era il tratto Fermignano Urbino dove la pendenza oscillava tra il 21 e il 25% e il motore della  locomotiva, a volte alimentato a  diesel se non  a vapore , lo sentivi impegnarsi tra le curve e le salite   mentre l’andatura si faceva ancora  più lenta.

Tra ponti e gallerie, vere opere murarie  edificate usando i mattoni delle fornaci locali,  di una grazia unica , e che si possono fortunatamente ammirare ancora oggi,   scorgevi boschi intonsi dove capitava di vedere lepri e caprioli correre liberamente, mentre scoiattoli e poiane scuotevano la neve dagli alberi. Immagini di vera poesia!

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Vedere i fiocchi  cadere in quel paesaggio paradisiaco era  come essere  al cinema. In primavera e in autunno  era poi  una esplosione di colori.

I passeggeri in quel tratto interrompevano spesso   la conversazione per far parlare la natura, la mente si lasciava andare alla fantasia,  immaginando di vedere  il capitano di ventura Federico da Montefeltro e il suo esercito cavalcare verso la città simbolo del Rinascimento , mentre proveniva da Firenze o Mantova,  infine scorgevi la città turrita sullo sfondo dell’ultimo ponte da affrontare, Urbino, il gioiello ducale.


Ora quel tratto magnifico di ferrovia viene mantenuto in buone condizioni da un’associazione che si attivando per far ripristinare la linea. Speriamo bene!

Le immagini sono state riprese il giorno 18 Novembre 2017 dal fotografo Giulio Gostoli e riprendono la tratta Fermignano Urbino. Siamo stati colpiti dall’immagine della donna che pianta i fiori sui binari defunti. La gente di queste parti è poetica per natura!

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Once upon a time there was a railroad track leading to Urbino…

 

the railway from the coast to the ducal city and back, 48 km at the “electrifying” speed of 60 km per hour. The train used to start puffing early in the morning at the train station of Fano, to collect passengers stepping off the superfast train Milan – Lecce that was not usually on time. Passengers were leaving a crowded wagon, then were rushing to catch the connecting train, with its plain and cold wood benches and the vague smell of sanitizer, people would take their seats and then they would clearly hear the sound of the whistle and the dorrs would close. The train leaves and the trip in the past was beginning, with a typical composure of rural areas, slowly across the countryside: from plowed fields of the flatland on the side of the river Metauro, up the woods and high hills typical of the Duchy of Montefeltro. In those times, there was no smartphone, so you knew how to spend the time. You could simply look at the beautiful landscape, and it was a stunning experience, reading a book or chatting to your acquaintance. Passengers were usually a student or a professor, you could tell from the bag full of books and notes. There were students reviewing for the exam, and there was always – cannot say exactly why – a woman weaving. Winter was the most exciting season, you were leaving the coast in the rain and then going into the backcountry you would also see the snow. And it could snow very often in Urbino. It was so cold in the winter that the train was the best way to get there, without any stop along the way.

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The most exciting section is still to remember with nostalgia – the last train was in 1987 – between Fermignano and Urbino: slope of 21% – 25% and the engine of the (sometimes diesel or even steam) locomotive would struggle along the climbing and bends, so that it would even slow down. Bridges and tunnels on the way, masonry works built using uniquely refined bricks from local furnaces, and that you can see today, you could see wild woods with hares and roe deer running freely, while squirrels and buzzards were clearing the snow from the trees. Those were real poetry images! Snowflakes falling in a heavenly landscape was like being at the movies. Spring and autumn were like a color explosion.

 

Passengers in that line would often stop chatting so that nature was expressing itself, they would free their minds and would imagine Captain Federico of Montefeltro and his army riding towards the city of Renaissance, coming from Florence or Mantua, and then in the end you would see the city walls on the background across the last bridge, Urbino, i.e. a ducal jewel.

 

Now the railway line is kept in good conditions by an association that is working to have the line in function again. Let’s hope they succeed!

 

Pictures were taken on 18 Novemeber 2017 by photographer Giulio Gostoli and they show the line between Fermignano and Urbino. We were moved by the image of the woman planting flowers on the defunct railtracks. Local people are poets by nature!{:}

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