L’arte di guardare l’arte.
Semplicemente, attraverso filtri che siano solo nostri, non mediati da esperti per quello che è possibile, ovviamente, una base teorica è sempre indispensabile.
Nei miei studi sulla storia del Rinascimento seguito a scoprire un mondo diverso da come ce lo hanno descritto se non addirittura celato, dimenticato, rimosso: quello che scaturiva dagli scambi continui e proficui con le terre bagnate dal nostro Adriatico, una sorta di corridoio verso l’Oriente da cui sono giunte informazioni, culture e materiali di ogni ordine e grado.
Spesso non è necessario andare al Louvre o ai Musei Vaticani per trovare tesori artistici di grande valore estetico, se per estetico s’intende qualcosa che tocca i sensi ( αἴσθησις da aisthesis = sensazione ) e non la ragione.
Perchè l’estetica tocca il divino in quanto sprigiona bellezza, e noi nelle Marche, seguito ad affermare, ne abbiamo tanta, solo che non la sappiamo valorizzare.
Le Marche, mi sono spesso sentita dire, sono eleganti. Eleganti eleganti eleganti… mi chiedevo.. dunque esteti? Secondo il filosofo Baumgarten nell’estetica sono i sensi a giudicare e solo attraverso i sensi si giunge alla conoscenza sensibile. I sensi rendono visibile ciò che a molti è invisibile, come Dio che si fa carne. C’è , dunque, un rapporto strettissimo tra arte e religione, specie nella religione cristiana; il divino si mostra, a differenza che nell’ebraismo e nell’Islam, e trascende ; “Beati i vostri occhi perchè vedono. Molti profeti e uomini giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete e non lo videro ( Matteo, 13, 15-17)
L’arte sacra non va mai dissacrata, spiegata , sviscerata, se possibile. Il messaggio deve giungerci, se arriva, per altre vie.
Il sacro non ha mai parlato la lingua degli uomini.
Giambono di Corrado da Ragusa ( l’attuale Dubrovnik), una delle città più importanti del nostro corridoio Adriatico, crebbe sin da bambino sotto l’ala protettrice di Olivuccio da Ciccarello che lo istruisce nella pittura, siamo nel primo Quattrocento, non ci sono date certe sulla sua nascita, solo della sua provenienza.
Di lui non si sa molto tranne il fatto che forse abbia dipinto gli affreschi di una piccola Chiesa di cui molti di noi ignorano la valenza, mi riferisco alla Chiesetta di Santa Maria della Misericordia accanto al cimitero di Castelferretti, fatta erigere dai conti Ferretti alla fine del Trecento. Il cimitero è visibile dalla superstrada Ancona – Roma ma sfido qualcuno ad averla notata e visitata.
Ebbene, al suo interno ci sono dei ” mirabili” affreschi che rappresentano varie figure, oltre a quella di Cristo crocifisso la cui croce viene sollevata da un Dio che raramente, anche per noi cristiani, ha volto e forma, c’è anche una Santa Venera patrona degli albanesi, che nella Vallesina e a Castelferretti formavano una consistente comunità, una figura bizantina, e santi quali San Sebastiano la Madonna del latte, San Francesco….
Una chiesa che vi invito a visitare, se ne avete l’occasione e per riflettere sulle sensazioni che vi suscita. Siate esteti!