Che cosa cercano i pittori dei Seicento? Luce. Il che significa molte cose. La luce è la fede nelle proprie risorse, è la speranza mista a certezza di un domani migliore.
In piena Controriforma Giambattista Salvi non aveva molto spazio, come del resto molti altri artisti, per dipingere temi che non rappresentassero Madonne e così è stato a lungo definito, a torto o a ragione, il pittore delle Madonne, anche perchè emigrando dal natio borgo tra i monti dove scorre il fiume Sentino verso la capitale della Cristianità i suoi committenti erano principalmente ricchi devoti religiosi che facevano a gara ad offrire a varie Chiese in costruzione nei vari rioni romani i loro devoti omaggi.
Figlio di un modesto pittore di nome Carpinio a Sassoferrato impara l’arte presso la bottega del padre influenzato anche dalla pittura di un suo concittadino, quel Pietro Paolo Agapiti che nelle sue tele faceva uno smodato uso del colore , il quale proveniente da una famiglia ceramisti locali sapeva probabilmente come ottenere certe tonalità che dessero maggiore risalto ai soggetti che voleva evidenziare.
E’ davvero incredibile che un paesino sperduto nell’entroterra delle Marche abbia dato i natali a degli artisti che in qualche modo sono stati dei protagonisti del Cinquecento e del Seicento italiano, e la lista è davvero lunga in questa regione che sembra a volte dimenticata e messa in secondo piano rispetto alle altre.
Ed è un’assurdità se pensiamo che questa è la terra che ha dato i natali a Raffaello.
E’ un timido il Sassoferrato, un solitario tranquillo che anche a Roma non fa vita mondana, non frequenta il giro degli artisti, si sposa e va a vivere con sua moglie e i suoi sei figli in un quartiere senza pretese.
Ma non può essere certo considerato un mediocre per questo, il suo cromatismo nei quadri è eccellente, l’ espressione dei suoi soggetti, fra i quali spicca un autoritratto – il suo – è tutt’altro che banale.
G. B. Salvi – Autoritratto – Firenze, Galleria degli Uffizi
E’ la prova che nella capitale ha raggiunto un equilibrio, il chiaroscuro del suo viso non mostra particolari contrasti, ha ha l’espressione di chi è consapevole della sua arte, di chi è lui e la sua famiglia. In questo può anche considerarsi un pittore fuori tempo, lontano dalle idiosincrasie tipiche degli artisti.
Un altro bellissimo dipinto che evidenzia ancora di più la maestria dell’uso del colore, i suoi blu – celesti venivano realizzati con una particolare mistura di lapislazzuli e i suoi rossi tendenti al dorato donavano alla composizione pittorica una particolare eleganza, è quello del ritratto al prelato Ottaviano Prati, uno dei pochi firmati e per questo ancora più preziosi.
Ritratto di Monsignor Ottaviano Prati – Roma Palazzo Barberini
Un vero perfezionista che non lascia nulla al caso, il Giambattista Salvi. E per questo varrebbe una visita anche nel paese che gli ha dato i natali dove tra l’altro sono esposte alcune sue opere.